ROMA\ aise\�- � stata assegnata alla Commissione Affari Esteri della Camera la proposta di legge del deputato Pd�Fabio Porta "Istituzione del difensore civico degli italiani residenti all'estero". Il testo � sottoscritto da parlamentari di vari schieramenti e da molti eletti all�estero � sar� sottoposto ai pareri delle Commissioni Affari Costituzionali, Giustizia, Bilancio, Cultura e Lavoro.
Nel presentare il testo, Porta ricorda che la figura del difensore civico � nata oltre venti anni fa � pu� essere istituita da regioni, province e comuni, mentre "da questa forma di tutela restano esclusi i cittadini iscritti all�Anagrafe degli italiani residenti all�estero" che "non meno degli altri, hanno assidue relazioni con l�amministrazione decentrata dello Stato, in particolare con gli uffici consolari e con i comuni di provenienza, per soddisfare esigenze di primaria importanza, come quelle relative alle pratiche di cittadinanza, al rinnovo di passaporti e di altri documenti di identità, alle operazioni anagrafiche e così via".
"La diversa condizione di cittadinanza degli italiani residenti all’estero rispetto a quelli "metropolitani" – continua Porta – non "La diversa condizione di cittadinanza degli italiani residenti all’estero rispetto a quelli "metropolitani" – continua Porta – non ha riguardato solo l’esercizio di alcuni fondamentali diritti, come quello di voto di cui si è assicurata l’effettività solo con la riforma costituzionale del 2001, ma si manifesta ancora oggi nel quotidiano contatto con la pubblica amministrazione relativamente a tutta una serie di domande che non trovano un’adeguata risposta, o che almeno non la trovano in tempi compatibili con le consuete esigenze di ordine individuale, familiare e sociale. Basti pensare, a questo proposito, ai tempi richiesti per il compimento di una pratica di cittadinanza nei nostri consolati, soprattutto in quelli operanti in America Latina, o anche soltanto alle difficoltà che si presentano per la semplice legalizzazione di un documento in diversi nostri terminali amministrativi all’estero".
|
|
Una "situazione di precariet� prolungatasi nel tempo" cui ultimamente "si aggiungono le conseguenze delle misure restrittive relative ai finanziamenti per le politiche migratorie e per la rete di servizio ai cittadini italiani all�estero, che negli ultimi anni si stanno moltiplicando". Porta di riferisce "alle minori risorse attribuite ai consolati, alla "razionalizzazione" della rete consolare" ma anche "al rinvio della convenzione volta a garantire la sussidiariet� del servizio dei patronati a beneficio dei consolati".
Secondo il deputato, "la parificazione dei cittadini italiani all�estero a quelli residenti in Italia, oltre a essere ineludibile sotto un profilo di principio, si rende indifferibile su un piano di opportunit�, anche per evitare che coloro che si ritengano penalizzati da azioni e, pi� ancora, da omissioni della pubblica amministrazione, si rivolgano ai tribunali amministrativi, che in un sempre maggior numero di casi condannano l�amministrazione a eseguire e, talvolta, a risarcire i ricorrenti".
Obiettivo della proposta di legge, dunque, quello di "colmare un vuoto e tendere a ristabilire un equilibrio nella condizione di cittadinanza di tutti i nostri amministrati, ovunque risiedano. Essa, nello stesso tempo, si propone di costituire un canale positivo di relazione con la nostra amministrazione che possa limitare il senso di disinteresse e di abbandono diffuso tra le nostre comunit� all�estero, che proprio il voto per corrispondenza ha chiamato a uno straordinario impegno di partecipazione alla vita civile dell�Italia".
Dodici gli articoli che compongono il testo.
ART. 1. (Istituzione).
1. In ogni circoscrizione consolare � istituito il difensore civico degli italiani residenti all�estero, di seguito denominato "difensore civico".
2. Il difensore civico ha il suo ufficio in una sede messa a disposizione dallo stesso titolare o presso il Comitato degli italiani residenti all�estero (COMITES) o in locali resi (...) Continua |