Porta (PD): “decidere per tempo di far votare i cittadini temporaneamente all’estero”

Il Presidente del Comitato per gli italiani nel mondo della Camera ha presentato assieme al collega Mario Caruso (SC) e a numerosi altri parlamentari un disegno di legge per il voto ai cittadini temporaneamente domiciliati all’estero

“Sono stati gli studenti Erasmus sparsi in varie realtà europee a richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica, in occasione delle scorse elezioni politiche, sulla questione del voto degli italiani temporaneamente all’estero. Oltre agli studenti, però, sappiamo tutti che esiste un gran numero di persone, fatto di imprenditori, lavoratori, ricercatori, insegnanti, professionisti e altri, che tende a crescere per la situazione di stagnazione della nostra economia e per la persistente crisi occupazionale. La loro permanenza oltre i confini e, per molti, la difficoltà di tornare in Italia sono diventati fattori ostativi all’esercizio effettivo del voto. Sicché, un fondamentale diritto di cittadinanza, affermato sulla carta, nei fatti è diventato una finzione. Come è accaduto per decenni agli italiani residenti stabilmente all’estero, che a parole erano cittadini come gli altri ma che nelle occasioni elettorali lo diventavano effettivamente solo se varcavano frontiere e oceani per poter entrare in un seggio elettorale a depositare la loro scheda”.

E’ questa la premessa da cui sono partiti gli on. Fabio Porta e Mario Caruso nel presentare un loro disegno di legge rivolto a consentire e regolamentare il voto dei residenti temporaneamente all’estero.

“Per la verità, alla Camera il collega Marco Meloni, con diversi altri parlamentari, – ha proseguito Porta – ha già depositato un disegno di legge sulla stessa questione. Esso prevede di attivare un sistema forse un po’ complesso per far ricadere il voto sulle circoscrizioni italiane di provenienza. Riflettendo con alcuni colleghi del Senato, in particolare con i senatori Di Biagio e Dalla Zuanna, promotori a loro volta di un disegno di legge sull’argomento, ci è sembrato più semplice e meno costoso utilizzare il sistema già in funzione sul voto per corrispondenza dei cittadini italiani iscritti all’AIRE, previsto dalla legge 459/2001. Abbiamo deciso, così, di presentare nei due rami del Parlamento la stessa proposta collegata alla legge 459/2001 per offrire una gamma più ampia di soluzioni e poter valutare diverse possibilità.

Nel nostro disegno di legge si può chiedere di poter votare dall’estero per corrispondenza semplicemente iscrivendosi al portale del Ministero degli Esteri, che provvede a trasmettere i dati ai consolati di riferimento perché siano inseriti nei registri dei ”cittadini italiani temporaneamente domiciliati all’estero” affinché ricevano il plico per poter votare per corrispondenza. Naturalmente, chi decide di non avvalersi di questa modalità di voto può sempre esercitare il suo diritto nel comune di residenza anagrafica.

“Comunque, al di là delle possibili soluzioni, è opportuno che se ne discuta presto – ha concluso l’on. Porta – affinché decine di migliaia di persone non si trovino più a ridosso della scadenza elettorale per sentirsi dire che non è più possibile trovare una soluzione. Spero che non si verifichi più il caso che si chiuda la porta in faccia a cittadini che non hanno altro desiderio che di esercitare un loro diritto democratico”.

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