A margine dell’audizione del Comitato di Presidenza del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero alla Camera dei Deputati, una nota del Vice Presidente del Comitato permanente sugli italiani all’estero, On. Fabio Porta, con la sintesi del suo intervento.
Roma, 14 febbraio 2011
“Nel corso della recente audizione del Comitato di Presidenza del CGIE presso il Comitato permanente per gli italiani all’estero della Camera dei Deputati ho accolto l’invito preoccupato del Segretario Generale Elio Carozza a condividere la grande responsabilità di rispondere alle attese ed alle inquietudini della comunità degli italiani nel mondo.
Questa responsabilità dovrebbe essere particolarmente sentita da tutte le istituzioni democratiche del nostro Paese, nell’anno in cui si celebrano i 150 anni dall’unita’ d’Italia.
La “nuova Italia” che oggi facciamo fatica a intravedere – ma che e’ nostro dovere immaginare e costruire (se vogliamo uscire dal pantano di una crisi che appare sempre più insidiosa) – si potrà fondare soltanto se avremo l’intelligenza e la lungimiranza di valorizzare l’Altra Italia, costituita da quasi dieci milioni di persone oggi ancora ai margini dell’architettura sociale ed istituzionale del Paese: gli italiani nel mondo e gli stranieri in Italia.
Per riuscire in questa impresa, che porterebbe una ventata di futuro in un Paese sempre più ripiegato in sé stesso, dovremo avere il coraggio di ripartire da questi 150 anni con una piattaforma politico-istituzionale che metta il tema della cittadinanza e dell’integrazione al centro dei programmi e dell’azione dei governi che guidano e che guideranno il Paese.
Il Parlamento deve essere in prima linea in questa battaglia di civiltà e di futuro!
La convocazione della prossima Assemblea Generale del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero a Torino può essere in questo senso un’utile oltre che simbolicamente significativa occasione di riscatto e di rilancio di una seria e dignitosa politica per gli italiani nel mondo.
Al tempo stesso dobbiamo essere consapevoli del fatto che in assenza di essenziali modifiche alle procedure ed ai controlli relativi al voto all’estero si potrebbe mettere in discussione in maniera irrevocabile lo stesso esercizio di questo diritto costituzionale; allo stesso modo, il ventilato ‘ripiegamento’ sul voto presso i consolati potrebbe ugualmente rivelarsi una maniera subdola e irresponsabile di limitare tale esercizio a poche migliaia di cittadini, rendendo il voto non più rappresentativo e quindi esposto a dubbi di legittimità.
E’ il momento dell’unione di chi realmente ha a cuore il futuro del legame dell’Italia con le sue comunità sparse in tutto il mondo: senza impegni e atti concreti, anche sul versante legislativo, rischiamo infatti di compromettere gravemente quello che forse e’ il vero “valore aggiunto” del nostro Paese nel mondo globalizzato.
Rinnovamento di Comites e Cgie con elezioni non più rinviabili; riforma della legge sulla promozione della lingua e cultura italiana nel mondo a quaranta anni dalla legge 153; introduzione dello studio delle migrazioni nelle scuole italiane; assegno di solidarietà per gli italiani all’estero: queste semplici proposte possono dare valore e significato pieno alla cittadinanza ed all’integrazione e sono state già depositate da tempo in Parlamento; spetta anche alla nostra capacità politica nonché alla mobilitazione degli italiani nel mondo una loro rapida traduzione in norme effettive.”