Deputati PD Estero: i nostri emendamenti alla legge di stabilità

Lingua e cultura, Patronati, internazionalizzazione, cure sanitarie per i figli di italiani nati all’estero, Museo dell’emigrazione italiana, Istituto Italo-latino-americano: questi i punti da cambiare

La promozione della lingua e della cultura italiane all’estero, l’internazionalizzazione, il trattamento sanitario ai figli di italiani nati all’estero, la sopravvivenza del Museo nazionale dell’emigrazione e la funzionalità dell’Istituto Italo-latino-americano: sono questi i temi sui quali oggi in Commissione Esteri abbiamo presentato i nostri emendamenti alla legge di stabilità 2015. In questi giorni, inoltre, ci stiamo impegnando con intensità e convinzione per realizzare in ambito parlamentare tutte le sinergie necessarie per annullare il taglio di 150 milioni di euro ai Patronati, che da una misura di questo genere sarebbero messi in ginocchio e privati della possibilità di continuare a rendere gratuitamente il loro servizio di tutela sociale, sempre più insostituibile in presenza della crisi profonda che si trascina da anni. Dopo la chiusura di consolati e Comites, tra l’altro, la presenza dei Patronati all’estero rappresenta l’unico vero segretariato sociale al quale i nostri concittadini, soprattutto quelli più deboli, possono fare ricorso.

Della funzione strategica della lingua e della cultura italiane all’estero, anche ai fini dello sviluppo del Paese e della sua proiezione in ambito internazionale, si è detto fin troppo. Si sono appena chiusi gli Stati generali della lingua italiana all’estero dai quali sono venute proposte concrete per avanzare nella giusta direzione. Invece, dopo aver subito negli anni passati tagli che sfiorano il 75% delle risorse complessive,  i corsi di lingua e cultura rischiano di conoscere un’ulteriore decurtazione del 22%. In più, in questo anno scolastico, saranno ritirati 149 unità di personale scolastico all’estero che dovranno essere sostituite per evitare danni irreversibili al sistema. Non è accettabile. Soprattutto, è un taglio dannoso per gli interessi del Paese sul piano internazionale. Per questo, abbiamo presentato, prima firmataria Laura Garavini, un emendamento che chiede di reintegrare di 3 milioni di euro la dotazione a disposizione della Direzione per gli italiani all’estero.

Il made in Italy, in questi anni di stagnazione, rappresenta una prospettiva fondamentale di sbocco delle nostre produzioni e un insostituibile fattore di tenuta e di rilancio della nostra economia. L’incidenza sul piano occupazionale è altrettanto certa. In questa prospettiva le Camere di commercio italiane all’estero svolgono un’apprezzabile attività di promozione a costi molto contenuti. Il contributo pubblico non supera il 18% degli oneri necessari per le iniziative, sostenute per i quattro quinti da risorse private. Anche in questo caso con gli anni si è avuta una decurtazione del 75%, per questo con un nostro emendamento, primo firmatario Marco Fedi, si cerca di limitare e rendere sostenibile l’ulteriore decurtazione.

Sul piano dei diritti del cittadino, il nostro emendamento sulla tutela sanitaria dei figli degli italiani nati all’estero. la cui prima firma è Francesca La Marca, tende a superare una discriminazione che in molte ASL viene fatta nei confronti di coloro che, in visita in Italia, devono fare ricorso a cure ospedaliere per interventi urgenti. Si tratta di una prassi non solo ingiusta nei confronti di chi, a tutti gli effetti, è cittadino italiano, ma anche dannosa perché rappresenta una remora per un incremento del turismo di ritorno.

Il Museo nazionale dell’emigrazione italiana, istituito con enfasi cinque anni fa, pur tra limiti di impostazione scientifica e di proiezione internazionale, rappresenta un riconoscimento doveroso per i 28 milioni di emigrati italiani che si sono sparsi nel mondo e un fattore di richiamo per gli italodiscendenti. Per esso non è previsto per il futuro alcun contributo, il che comporterebbe il suo sfaldamento dal momento che i materiali esposti provengono da diversi enti e centri di ricerca. Il nostro emendamento, primo firmatario Gianni Farina, che tendeva a scongiurare questa deprecabile eventualità, è stato ritirato solo dopo avere verificato l’esistenza di un altro emendamento avente la stessa finalità.

L’Istituto italo-latino-americano rappresenta ormai lo strumento più efficace e riconosciuto per lo sviluppo delle relazioni tra l’Italia e i Paesi dell’America latina, alcuni dei quali si pongono già oggi come partner dinamici e di interessanti prospettive in quell’area fondamentale per i nostri interessi. Senza un sostegno ormai minimo per il suo funzionamento, l’Istituto non potrebbe più svolgere la sua funzione. L’emendamento, che ha la prima firma di Fabio Porta, tende ad assicurare la continuità dell’Istituto e lo sviluppo delle relazioni internazionali intrecciate con il suo ruolo ormai consacrato a livello internazionale.

La Commissione Esteri ha giudicato i nostri emendamenti rispondenti ad alcuni problemi reali delle nostre comunità e, facendoli propri, ne ha avallato l’ulteriore percorso. Si tratta di un primo passo, importante ma iniziale. Sappiamo che per la situazione generale delle finanze dello Stato e per la necessità di spostare risorse dalla spesa ordinaria agli investimenti il cammino sarà difficile. Per questo facciamo appello a tutti gli altri eletti all’estero e alle forze dell’emigrazione affinché in queste settimane si alzi una voce chiara e unitaria per raggiungere le modiche della legge di stabilità che da tutti sono considerate necessarie per le nostre comunità e utili per il Paese.

Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta

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