“Grazie a tutti”. Queste parole, pronunciate in italiano da Bill De Blasio, nuovo sindaco di New York, sono state raccolte da tutti i canali di comunicazione del mondo e rilanciate ad una platea praticamente sconfinata. Una delle più importanti metropoli del globo ha per la terza volta un sindaco di origine italiana, che assumendo intenzionalmente il cognome della nonna materna ha voluto marcare la sua provenienza, come un contrassegno identitario. Nel suo programma si sono riconosciuti, oltre alla totalità delle componenti etniche della città, più di due cittadini su tre.
Questo e’ potuto accadere perché il messaggio di De Blasio non è stato solo di riscatto sociale e di sostegno ai meno favoriti, ma di inclusione e di coesione sociale. Un trapasso culturale, oltre che politico, che dimostra che i migranti non solo hanno bisogno di accoglienza e integrazione, ma possono contribuire a realizzare un ordine sociale più giusto e più avanzato. A beneficio di tutti i cittadini, non solo di una parte. E questo proprio nel vivo di una crisi che scava differenze sociali e lacera il tessuto comunitario, creando contrapposizioni culturali, tensioni sociali, cinismo.
Il fatto poi che De Blasio sia un democratico e un progressista ha per noi un significato ulteriore. La sinistra, se riesce ad interpretare i bisogni profondi dei cittadini e a rilanciare le sue idealità, può essere non solo un fattore di difesa dei ceti popolari più disagiati, ma anche una credibile forza di governo.
Nella situazione in cui siamo, nessuno può archiviare i messaggi provenienti da New York senza una seria inflessione. Il nostro Paese deve convincers\i finalmente che il retroterra di italianità presente nel mondo rappresenta veramente la migliore carta che ha nelle mani per rilanciare a livello internazionale i suoi interessi. Basta con le sottovalutazioni, con i tagli e con le politiche a scartamento ridotto verso i migranti. Il centrosinistra, a sua volta, deve raccogliere questo impulso per coniugare più strettamente radicamento sociale e coraggio programmatico. Al PD, sia pure da un diverso contesto, in questa fase congressuale viene la sollecitazione a rafforzare la sua capacità di dialogo con i cittadini, la sua leadership e la sua consistenza ideale.
Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Francesca La Marca, Fabio Porta