Deputati PD estero: sostanziali modifiche dalle Commissioni Esteri e Cultura della Camera nel parere sul decreto per le scuole italiane all’estero

ROMA, 9 MARZO 2017

Le commissioni esteri e cultura della Camera, in seduta congiunta, hanno approvato il parere sul decreto governativo per le scuole all’estero presentato dalle relatrici Garavini (per gli esteri) e Blazina (per la cultura).

Si è arrivati al parere dopo un percorso di ampia consultazione, che ha visto impegnati, in particolare, il Consiglio generale degli italiani all’estero e i sindacati della scuola, oltre a gruppi di operatori che hanno fatto pervenire le loro considerazioni.

Il parere accoglie largamente queste istanze e questi suggerimenti e introduce elementi di profonda modifica del decreto e motivi politici e culturali che innovano il quadro in cui finora è stato inserito il sistema formativo italiano nel mondo. In esso, infatti, si chiede che il decreto, nato sostanzialmente per aggiornare la normativa riguardante le scuole italiane all’estero, tenga conto della notevole articolazione degli strumenti di intervento di cui l’Italia dispone e delle forte diversità di situazioni geopolitiche, di normative locali, di presenza di comunità italiane all’estero, a loro volta segnate da fenomeni di marcata evoluzione, di comparsa sulla scena globale di nuovi soggetti di interesse strategico per l’Italia.

Il punto per noi più importante è stato il chiaro e netto richiamo a riconoscere gli enti gestori come articolazioni essenziali del sistema formativo all’estero, enucleandoli dall’indistinta dizione di “soggetti senza fini di lucro, e valorizzandone la funzione mediante la loro menzione nelle forme di intervento linguistico-culturale nel mondo e dedicando loro un apposito articolo che ne definisca il profilo giuridico, organizzativo e didattico.

Per le scuole italiane all’estero, il parere richiede che il principio dell’autonomia scolastica di rilevanza costituzionale si estenda anche a queste strutture, sostituendo il preventivo parere sulla programmazione di ciascun istituto da parte dei rappresentanti diplomatici con la semplice trasmissione della documentazione.

Viene affermato il metodo della programmazione pluriennale, indispensabile per strutture che devono rapportarsi ad autorità straniere, e si recuperano, questa volta per legge, i Piani Paese che assicurano una proposta partecipativa dal basso che tenga conto dell’esperienza di chi la formazione la fa sul campo.

Per quanto riguarda il personale di ruolo compreso nel contingente inviato all’estero dall’Italia, dopo la costante diminuzione degli ultimi cinque anni, si dà un segnale di inversione di tendenza, assicurando l’invio di 50 unità in più rispetto al limite previsto delle 624 unità complessive. Per la prima volta i risparmi ottenuti nel settore non sono incamerati dallo Stato, ma reinvestiti sul campo. Per la selezione, vengono ripristinate, inoltre, le graduatorie già sperimentate fino ad oggi, al posto degli elenchi previsti dal decreto. Il parere, inoltre, richiama l’esigenza che alcune materie oggetto di contrattazione tra sindacati e ministeri siano affrontate in quella sede e con quel metodo. La permanenza del personale di ruolo diventa di due cicli di sei anni, intervallati da sei anni di permanenza nella scuola italiana, al fine di favorire uno scambio di esperienze didattiche e formative.

Viene accolta l’annosa richiesta di una sede di coordinamento dei diversi interventi, prevedendo una cabina di regia che raccordi costantemente l’attività del MAECI e del MIUR in questo campo.

Il parere, in conclusione, interpretando estensivamente la delega, non si limita ad una pur necessaria riorganizzazione normativa del sistema formativo italiano all’estero, ma introduce elementi di modernizzazione e qualificazione non scontati.

Ci sembra che con un giusto metodo di consultazione e partecipazione un buon cammino sia stato compiuto. Di questo è doveroso dare atto alle colleghe Garavini e Blazina, per il loro prolungato e convinto impegno. Abbiamo motivi per credere che il Governo, a cui tocca l’ultima parola, dimostrerà ancora una volta la sua disponibilità e la sua apertura accogliendo i suggerimenti inclusi nel parere.

Con la stessa determinazione e coerenza con cui ci siamo impegnati per questo risultato, continueremo a lavorare sui contenuti dell’intervento e sulle sue implicazioni finanziarie affinché l’Italia si doti di un sistema di promozione della sua lingua e della sua cultura nel mondo sempre più autorevole e incisivo.

I deputati PD estero: Farina, Fedi, Garavini, La Marca, Porta, Tacconi

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