Desaparecidos cileni: l’On. Porta (PD) soddisfatto per la decisione della Corte di Assise di Roma sulla permanenza in carcere di Alfonso Podlech

Dopo la prima udienza del processo contro il torturatore argentino Massera, anche la prima udienza su Podlech conferma la sensibilità della giustizia italiana su crimini gravi e imprescrittibili

Roma, 19 novembre 2009

L’On. Fabio Porta, unico parlamentare del Partito Democratico eletto in Sudamerica, che pochi giorni fa aveva aderito al “Comitato per il processo Massera”, costituitosi in occasione della prima udienza del processo contro l’ex capo dell’ESMA, la scuola militare di Buenos Aires dove negli anni della dittatura furono torturati migliaia di oppositori al regime dei generali, è intervenuto oggi in relazione alla decisione confermata ieri dalla I Corte di Assise di Roma nel corso della prima udienza del processo contro Alfonso Podlech, l’ex procuratore militare del regime di Pinochet in Cile.

“Adolfo Podlech deve rimanere in carcere – ha dichiarato il Vice Presidente del Comitato Permanente per gli Italiani all’Estero della Camera dei Deputati – e questo in ragione degli atroci crimini commessi, che hanno anche riguardato cittadini italiani come ad esempio Omar Venturelli Leonelli, che ieri era rappresentato in aula dalla figlia Maria Paz costituitasi parte civile nel processo”.

“La terribile pagina delle dittature sudamericane degli anni settanta ha lasciato segni indelebili nella storia del continente – ha aggiunto il deputato del PD – ed è compito di chi oggi ha ruoli politici ed istituzionali non permettere a nessuno di dimenticare le ingiustizie e le barbare sofferenze inflitte alla democrazia e a tanti cittadini innocenti da quei regimi”.

“Quando nelle nostre scuole – conclude l’On. Porta – si studierà la storia dell’emigrazione italiana nel mondo, come da me proposto attraverso una apposita proposta di legge, non dovremo dimenticarci di quei tanti italiani e figli di italiani che sono morti per difendere la libertà o semplicemente per non essersi piegati alla forza brutale ed ottusa delle dittature”.

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