Fabio Porta:” Due proposte contro i brogli”

IL NEO-DEPUTATO INTERVISTATO DA ROMA DAILY NEWS

di Pierfrancesco Corso

La storia infinita dei brogli nel voto degli italiani all’estero prosegue inarrestabile. Ad ogni tornata elettorale, puntualmente, le truffe continuano a verificarsi scoraggiando i nostri concittadini e soprattutto deturpando l’eccezionale immagine creatasi dalla nostra gente all’estero.Ci riferiamo a quella reputazione di grande rispetto, ottenuta nel tempo, dai nostri connazionali, grazie alle loro doti di grande inventiva, alla loro tenacia, laboriosità e, non ultima, quella del loro mai sopito trasporto per la propria terra di origine.

Tornando ai brogli, si è appreso che durante lo spoglio delle schede elettorali della Circoscrizione estero America Meridionale sono state rinvenute migliaia di schede contraffatte (con la scritta CAMERA DEI DIPUTADI). Schede consegnate in Argentina, nelle sedi consolari di Rosario e La Plata. Tutte queste votazioni fraudolente accreditano il suffragio alla lista del partito argentino USEI-Unione Sudamericana Emigrati Italiani e la preferenza al candidato Eugenio Sangregorio.

Ne abbiamo parlato con il senatore Fabio Porta del Pd

Sen. Porta, ormai parlamentare eletto in queste elezioni, i nostri residenti fuori Italia sono stanchi di candidati esteri che sanno solo chiedere il loro voto. Candidati che una volta eletti, non sono poi in grado di difenderli dallo strapotere e dalla strafottenza della burocrazia di Ambasciate e Consolati e che non provano a tutelare neanche la loro immagine dai brogli compiuti da altri candidati truffaldini. Quale per lei la strada più rapida e concreta da seguire, indicando possibilmente in dettaglio, per porre immediatamente rimedio e vanificare i raggiri elettorali compiuti?

 Ci sono due strade, e vanno seguite contemporaneamente, e a inizio legislatura: il cambiamento dell’attuale sistema di voto per corrispondenza, che ha dimostrato tutta la sua inadeguatezza e vulnerabilità, e la revisione del sistema delle ripartizioni elettorali e delle preferenze, alla luce del taglio dei parlamentari. Bisogna agire su entrambi i versanti, se vogliamo davvero mettere in sicurezza il voto all’estero e preservare questa importante conquista.

Sul quotidiano Gente d’Italia, noto giornale di settore si parla di altri raggiri a Montevideo e di connivenze tra l’attuale ambasciatore d’Italia in Uruguay ed il candidato truffaldino Aldo Lamorte. Li si definiscono, con riguardo al loro amichevole rapporto di cordialità, addirittura “grandi amici” ed a comprova di ciò, sottolineano il fatto accaduto di aver consentito al rappresentante dell’USIE, da parte dell’ambasciatore, durante la campagna elettorale appena conclusasi, l’utilizzo, inappropriato e per di più vietato, di uffici del Consolato. Come giudica tali fatti e cosa pensa in aggiunta, sui ritardi nelle risposte ai quesiti posti a tale dirigente apicale, alle denunce presentate da più parti in tal senso?

In Uruguay si sono verificate negli ultimi anni diversi episodi che meritano un serio approfondimento; da parlamentare ho chiesto al governo più trasparenza sulle procedure di licitazione della nuova sede consolare e chiarezza sulla strana e inspiegabile censura operata dal Comites, e avallata dall’ambasciata, al giornale “Gente d’Italia”. Questioni contenute in specifici atti parlamentari, ma anche riferite personalmente all’Ambasciatore Iannuzzi nel corso di un mio incontro a Montevideo di qualche mese fa.

 Se dimostrata la colpevolezza nei raggiri elettorali effettuati dal Lamorte, non ritiene inappropriata la sua permanenza quale membro del Comites (organismo incaricato di rappresentare le esigenze dei cittadini italiani residenti all’estero nei rapporti con gli Uffici consolari) in Uruguay?

 Credo che Lamorte debba dimettersi da qualsiasi incarico di rappresentanza, e spero che a chiedergli le dimissioni sia anzitutto il MAIE, il movimento del quale è rappresentante in Uruguay.

Passando da senatore a deputato per il Partito Democratico a Montecitorio, pensa di raccordarsi con tutti gli altri membri del Parlamento eletti, per provvedere ad una celere riforma delle normative sui nostri italiani residenti oltre Italia?

Sono sempre stato favorevole ad un forte raccordo degli eletti all’estero sulle tematiche di nostro maggiore interesse. A maggior ragione oggi che con la riduzione del numero dei parlamentari della circoscrizione estero questa esigenza è ancora più vitale. Da Presidente del Comitato italiani nel mondo della Camera dei Deputati ho sempre agito in tal senso e semmai ho più volte notato con un certo dispiacere l’assenza sistematica di alcuni colleghi eletti all’estero dai lavori di un comitato dedicato proprio ad affrontare argomenti di comune interesse.

 Cosa pensa di proporre e di realizzare perché i nostri burocrati di Ambasciate e Consolati italiani nel mondo tornino, per davvero e con velocità, a fornire concreto ausilio e ad essere al contempo al tempestivo servizio della nostra gente?

 Di proposte ne ho diverse, e di facile implementazione: dall’istituzione di un Difensore Civico degli italiani all’estero, all’apertura di “help desk” informativi per i cittadini presso i Consolati. Se riusciremo a trasferire ai Consolati almeno il 50% delle percezioni consolari, dando continuità e rafforzando la mia legge che istituiva il “fondo per la cittadinanza”, sarà possibile dare gambe e braccia ad una rete consolare che oggi sopravvive a malapena. Ma bisogna anche agire sull’inserimento, a seguito di concorso interno, di personale a contratto locale nei quadri del MAECI-Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, sugli adeguamenti retributivi del personale e su una migliore organizzazione del lavoro.

Pier Francesco Corso

Fonte: Gente d'Italia

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