Fabio Porta (PD) – “Opzione donna”: interrogato il governo sui diritti delle residenti all’estero

La Legge di Bilancio per il 2024 proroga, con alcune modifiche, il pensionamento anticipato per le donne denominato “Opzione donna” che consente l’accesso al trattamento pensionistico anticipato, calcolato secondo le regole del sistema contributivo, alle lavoratrici che abbiano maturato entro il 31 dicembre 2023 un’anzianità contributiva pari almeno a 35 anni e che abbiano, alla medesima data, un’età anagrafica di almeno 61 anni (ridotta di un anno per ogni figlio e nel limite massimo di due anni).

Tale prestazione in virtù delle Convenzioni internazionali (bilaterali e multilaterali) stipulate dall’Italia può essere richiesta anche dalle donne italiane residenti all’estero, le quali intendano usufruire dell’anticipo pensionistico calcolato con il metodo contributivo. Tuttavia, il problema (non indifferente) per le nostre emigrate è quello di dover e poter dimostrare di soddisfare i requisiti particolari e molto restrittivi richiesti dalla normativa che attualmente disciplina il diritto ad “Opzione donna”. Infatti, oltre ai requisiti anagrafici e contributivi, la potenziale avente diritto deve anche essere in possesso, alternativamente, di uno dei seguenti requisiti: 1) aver assistito da almeno sei mesi il coniuge o un parente di primo grado o secondo grado in situazioni particolari di handicap; 2) avere una riduzione della capacità lavorativa uguale o superiore al 74% (accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile); 3) essere lavoratrici licenziate o dipendenti da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale.

“Come appare evidente si tratta di requisiti di particolare e complessa dimostrabilità per le italiane residenti all’estero. Per questa ragione abbiamo interrogato il Ministro del Lavoro per chiedere di dare indicazioni amministrative e procedurali all’INPS al fine di precisare e illustrare, tramite messaggi o circolari, come possano essere soddisfatti dalle lavoratrici italiane residenti all’estero (oltre ai requisiti anagrafici e contributivi) i particolari requisiti – circoscritti a determinate categorie di beneficiari – richiesti dalla normativa che disciplina “Opzione donna”- Così l’on. Fabio Porta a margine della presentazione dell’interrogazione cofirmata dai deputati del PD eletti all’estero Carè, Di Sanzo e Ricciardi.

Fonte: Ufficio stampa On. Fabio Porta

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