Fabio Porta (PD) sostiene la petizione a favore dell’utilizzo dei 300 euro per il miglioramento dei servizi consolari e difende il partito democratico dagli attacchi strumentali del MAIE

“Il Partito Democratico è impegnato, in Italia e nel mondo, per affrontare e risolvere i problemi del nostro Paese e degli italiani, ovunque essi vivano”: a dichiararlo è Fabio Porta, eletto per il PD in Sudamerica e Presidente del Comitato italiani nel mondo e promozione del sistema-Paese della Camera dei Deputati.

“L’idea di un contributo economico sulle domande di cittadinanza da destinare ai consolati per migliorare i servizi a favore dei cittadini italiani ed eliminare le lunghe file di attesa per il riconoscimento ‘ius sanguinis’ – continua l’On. Porta – è nata proprio da una nostra proposta, risultato di mesi di incontri con le nostre collettività, soprattutto in Argentina e Brasile”.

“Quello che è poi successo – secondo il deputato del PD – è che al Senato l’emendamento relativo è stato approvato solo nella prima parte, avendo gli uffici giuridici eliminato quella relativa alla destinazione dei proventi di questa tassa ai consolati competenti”.

“Non vedo nessuna confusione quindi – aggiunge il parlamentare rispondendo ad un comunicato polemico diramato pochi giorni fa dal Maie-Brasile – rispetto all’impegno mio personale e del mio partito per destinare queste risorse ai consolati, così come nella proposta originale all’origine dell’emendamento”.

“Nostro dovere è proporre soluzioni e non protestare in maniera demagogica e populista, introducendo il doppio principio secondo il quale gli italiani all’estero possono essi stessi risolvere i problemi di precarietà della rete consolare, a partire dalle risorse che loro stessi pagano ai consolati stessi, e che introduce un nesso positivo e virtuoso tra il volume di lavoro dei consolati e le risorse economiche ed umane ad essi destinati”.

“In questo caso, come nell’interrogazione da me già presentata, che denuncia l’esistenza di un mercato nato e sviluppatosi proprio grazie ai ritardi e alle difficoltà di agendamento dei consolati, l’intento è quello di aiutare e sostenere la rete diplomatico-consolare e non il contrario”.

“Come parlamentare – continua l’On. Porta – ho il diritto-dovere di utilizzare lo strumento dell’interrogazione come forma utile se non necessaria di richiesta al governo, e quindi alla pubblica amministrazione, di verifica e approfondimento di determinati fatti (spesso segnalati o esposti dagli elettori), e ciò non solo al fine di un chiarimento ma anche di una adeguata risposta da parte delle autorità competenti, anche in funzione delle soluzioni da attivare per evitare il ripetersi di tali situazioni”.

“Mi rendo conto che per un movimento che non brilla in lavoro e risultati parlamentari risulta difficile intendere il meccanismo del nostro lavoro, ma è esattamente quello che io e i colleghi del Partito Democratico eletti all’estero cerchiamo di fare ogni giorno.”

“A questo proposito voglio infine segnalare come, nonostante quanto viene a volte ripetuto in maniera monotona e disinformata proprio dal MAIE in questi comunicati, l’ultima legge di stabilità non “ha tagliato tutti i fondi per gli italiani all’estero”, avendo al contrario invertito per la prima volta dopo anni proprio la tendenza ai tagli, introducendo risorse significative e aggiuntive proprio a favore della rete consolare e dei principali capitoli di spesa destinati alle comunità italiane nel mondo”.

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