“Frattini in Argentina incontra i pinguini ma non gli italiani”

La denuncia dell’On. Porta (PD), secondo il quale il titolare della Farnesina ha preferito visitare i ghiacciai della ‘Terra del Fuoco’ piuttosto che gli esponenti della nostra collettività.

franco_fattini

Roma, 11 aprile 2011

Il Ministro degli Esteri Franco Frattini non ha trovato il tempo di incontrare la grande collettività italiana di Buenos Aires nel corso della sua breve visita in Argentina; sembra, invece, che sia riuscito ad organizzare una visita alla “Terra del Fuoco”, in Patagonia, per visitare il ghiacciaio del ‘Perito Moreno’.

Nemmeno il Presidente del Consiglio Berlusconi, nelle 36 ore di visita a San Paolo nel marzo dello scorso anno era riuscito a compiere un’impresa del genere: cedendo alle insistenze della comunità locale aveva destinato un’ora della sua intensa agenda (dove il termine “intenso” si riferisce anche agli impegni extra-ufficiali) all’incontro con alcuni rappresentanti della nostra collettività al Circolo Italiano.

Che il titolare della Farnesina, massimo responsabile quindi della rete diplomatico-consolare e delle politiche internazionali dell’Italia (comprese, ovviamente, quelle per gli italiani all’estero) non avesse avuto il tempo per incontrare i rappresentanti della più grande città italiana fuori dall’Italia (secondo i dati AIRE Buenos Aires, con 360mila connazionali, è la ottava città italiana per numero assoluto di abitanti, subito dopo Bologna) potevamo comprenderlo – anche senza giustificarlo – in considerazione della particolarissima congiuntura politica internazionale, in particolare l’esplosione della crisi libica e le sue conseguenze sul fronte bellico e dell’immigrazione.

Per niente comprensibile, e men che meno giustificabile, è il fatto che si sacrifichi un’intera giornata di visita in Argentina a danno di un proficuo, opportuno e dovuto incontro con i nostri connazionali, che più di qualsiasi altra collettività al mondo stanno soffrendo sulla loro pelle gli sciagurati ‘tagli’ alle politiche socio-assistenziali per gli italiani all’estero.

Nei giorni in cui il Parlamento italiano sta votando una legge per salvare il Presidente del Consiglio dai processi che lo riguardano (approvando un’amnistia di fatto per centinaia di migliaia di processi che in Italia rimarranno incompiuti) molti miei colleghi non hanno mancato di evidenziare l’anomalia di un Ministro degli Esteri che trascorre ore intere alla Camera dei Deputati e non presso il suo ufficio alla Farnesina per affrontare come si conviene la grave crisi internazionale in corso.

Opportunità politica imporrebbe in questi casi le dimissioni da parlamentare, per dedicarsi pienamente agli incarichi di governo.

Purtroppo il capo della diplomazia italiana ci ha dato un pessimo esempio di come si governa il Paese, non svolgendo nel migliore dei modi le sue importanti e delicate funzioni, a Roma come a Buenos Aires.

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