Il governo italiano ha scelto la via del nazionalismo, non del patriottismo
Per noi italiani all’estero la parola e il concetto di “patria” hanno sempre evocato il fortissimo legame con l’Italia, un legame che — lo abbiamo detto o sentito dire tante volte — a volte è vivo e presente tra coloro che vivono lontano dal nostro Paese con una maggiore profondità di quello di chi continua a vivere all’interno dei confini nazionali. La parola “patria” infatti è carica di una componente emotiva evidente, deriva dalla lingua latina e vuole letteralmente dire “la terra dei padri”, con una chiara accezione affettiva e non solo formale o geografica. Nel corso dei secoli, e soprattutto durante la pagina più buia della storia d’Italia, la parola “patria” è stata distorta, ossia utilizzata in maniera impropria, con una caratterizzazione etnica imposta da un regime autoritario. Oggi, fortunatamente, stiamo tornando ad usare questo termine in maniera appropriata e nel pieno spirito costituzionale; lo dimostra chiaramente il discorso che il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha rivolto “a chi si trova in Italia e agli italiani che sono all’estero.”

Per salvarsi dall’inverno demografico l’Italia avrebbe bisogno di “nuovi patrioti”
E’ di questa nuova Italia e di questi “patrioti” che abbiamo bisogno, per contrastare allo stesso tempo l’insorgere o la recrudescenza di un nazionalismo stupido e ottuso ma anche la tenaglia dell’inverno demografico che con lo spopolamento delle aree interne sta decretando la morte annunciata di un Paese che ha una necessità disperata di nuove risorse umane.
Il generale francese Charles De Gaulle amava dire che «il patriottismo è l’amore per il proprio paese, il nazionalismo è l’odio per gli altri paesi». Alcune recenti scelte del governo italiano si sono incomprensibilmente accanite in uguale misura contro emigrati e immigrati, confermando una visione tendenzialmente “nazionalista” e non “patriottica” dello Stato. Speriamo che questo atteggiamento, che oltre ad essere sbagliato è soprattutto dannoso (se non masochista), possa cambiare prima che sia troppo tardi; lo speriamo nell’interesse dell’Italia e del futuro della nostra patria.
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