Italiani all’estero: il governo prospetta la soluzione finale

I parlamentari PD eletti all’estero sulla proposta Calderoli di abolire la Circoscrizione estero

Non sappiamo se gli eletti nella Circoscrizione Estero siano le persone più indicate per commentare le anticipazioni sulla bozza di riforma costituzionale che il Governo si accinge a varare e che prevede, tra l’altro, l’abolizione del terzo comma dell’articolo 48 della Costituzione, nel quale è stato introdotta appena undici anni fa la stessa circoscrizione estera. Se non come perorazioni difensive, queste considerazioni valgano almeno come testimonianze di persone informate dei fatti e consapevoli delle conseguenze che un’impostazione di questo tipo comporta.

Intanto, l’abolizione della Circoscrizione Estero è la chiusura del cerchio di quella specie di soluzione finale che il Centrodestra ha adottato nel giro di soli tre anni: i tagli progressivi e lineari alle politiche emigratorie, la mutilazione delle reti dei servizi per gli italiani all’estero (consolati, consolati onorari, corsi di lingua e cultura, assistenza diretta e indiretta, stampa italiana, ecc.), il ridimensionamento e lo svuotamento della rappresentanza e – colpo finale – l’abolizione del voto per corrispondenza e della rappresentanza parlamentare. In nessun momento della storia dell’emigrazione italiana un governo nazionale si è rapportato alla nostra diaspora in modo tanto distruttivo e perverso.

Il Sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, sen. Alfredo Mantica, a fronte di questa prospettiva ha testualmente dichiarato alla Padania: “Credo che, alla luce di un più che necessario taglio dei costi della politica, possa starci anche la proposta dell’abolizione della Circoscrizione Estero”. Questa è la dichiarazione, senza commento, del Sottosegretario Mantica che avrebbe il dovere istituzionale di garantire i diritti degli italiani all’estero, sanciti peraltro dalla Costituzione.

In un quadro di questo genere, appare ancora più grave l’errore commesso da chi ha ritenuto di “riformare” la rappresentanza con la politica del carciofo, vale a dire pezzo per pezzo, con l’ormai evidente conseguenza di fare semplicemente a pezzi l’intero sistema della rappresentanza, lasciando sul terreno solo macerie.

Per venire al progetto Calderoli, ammesso che sia qualcosa di più di un’offensiva propagandistica volta a fare uscire dall’angolo dove sono finiti governo e maggioranza, l’eventuale abolizione del terzo comma dell’art. 48 della Costituzione è grave, anzi gravissima, non tanto perché comporti l’abolizione della Circoscrizione Estero, quanto perché cancella l’”effettività” dell’esercizio del diritto di voto degli italiani all’estero, che la Carta aveva finalmente accolto dopo decennali battaglie.

Con essa è stata cancellata la più grande ipocrisia della nostra storia democratica: affermare che milioni di cittadini residenti all’estero fossero uguali agli altri e nello stesso impedire di fatto che essi potessero esercitare davvero il primo dei loro diritti, quello di voto. Questo non è un problema degli eletti della Circoscrizione Estero, ma di milioni di concittadini che vivono all’estero. Questo è un problema della democrazia italiana.

Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci, Fabio Porta.

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