La fine del governo Berlusconi: una buona notizia per gli italiani nel mondo

Restituire dignità e rispetto al nostro Paese nel mondo; ricostruire l’Italia con politiche di risanamento e di sviluppo: questo il mandato del Presidente del Consiglio incaricato

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Dopo lunghissimi mesi di agonia, è giunta alla fine la tormentata – e per certi aspetti “folle”(con riferimento ai rischi che il Paese stava correndo)  – corsa del governo di Silvio Berlusconi.

Un’agonia lenta e troppo lunga, che da mesi paralizzava un Parlamento dove non esisteva più una maggioranza in grado di sostenere il governo che aveva conquistato nel 2008 un numero di parlamentari apparentemente in grado di garantire lunga vita al suo governo.

Invece le divisioni interne a quella maggioranza e le promesse non mantenute dal governo, unitamente alla serie infinita di gaffe e scandali che hanno coinvolto il Presidente del Consiglio e alla manifesta incapacità di rispondere in maniera tempestiva e credibile alla grave crisi economica e finanziaria hanno fatto il resto.

Un’opposizione unita e responsabile, infine, ed un Presidente della Repubblica che ha esercitato in maniera impeccabile il suo ruolo di supremo garante delle istituzioni, hanno permesso al Paese di chiudere questa brutta pagina della sua recente storia nel pieno rispetto delle regole democratiche e senza traumi.

Al Professore Mario Monti, da pochi giorni nominato Senatore a vita e quindi incaricato di formare un nuovo governo (che presumibilmente godrà del sostegno di un’ampia maggioranza), il compito difficile ma non impossibile di riportare l’Italia a percorrere un cammino virtuoso, in grado non soltanto di ridurre il debito pubblico e mantenere i conti in ordine ma  – e sono le parole dello stesso Senatore Monti – di riprendere il  “cammino della crescita in un quadro di accresciuta equità sociale”.

Il resto verrà da sé; anche tra gli italiani nel mondo esiste una grande aspettativa rispetto alla costituzione di un nuovo governo. L’elenco delle rivendicazioni sarebbe lungo ma vorrei soffermarmi su un paio di punti, condizioni essenziali per voltare pagina e passare ad affrontare i problemi reali: vogliamo innanzitutto essere considerati una risorsa e non un problema;  noi possiamo essere parte della soluzione della crisi che ha colpito il Paese in maniera tanto violenta. In secondo luogo chiediamo al nuovo governo di restituire orgoglio e dignità all’immagine dell’Italia nel mondo, un’immagine che mai come negli ultimi anni si era appannata e ha subìto una caduta verticale e progressiva.

Per questi motivi abbiamo il dovere non soltanto di guardare con attenzione e speranza, ma anche di sostenere con fiducia e convinzione l’ambiziosa e delicata scommessa del governo che sta per nascere.

Piacere e condividere!