La Marca e Porta (PD): non e’ piu’ tollerabile l’esclusione dei dipendenti pubblici dagli accordi bilaterali di sicurezza sociale

Che l’esclusione dei dipendenti pubblici  dal campo di applicazione delle convenzioni internazionali di sicurezza sociale fosse una discriminazione ingiusta e intollerabile se ne rese conto l’Unione europea nel già lontano 1998 che con il regolamento n. 1606 fece approvare dagli Stati membri una modifica dei regolamenti comunitari che introdusse appunto l’estensione dei regolamenti a questa categoria di lavoratori.

Lo Stato italiano invece continua a precludere il diritto di essere tutelati da una convenzione di sicurezza sociale a tutti i dipendenti pubblici e i liberi professionisti che sono emigrati in Paesi extraeuropei (e magari successivamente rientrati in Italia). Sono infatti decine di migliaia i nostri connazionali i quali dopo aver lavorato in Italia alle dipendenze dello Stato o di un ente locale sono emigrati all’estero (e magari rientrati poi in Italia) e non possono usufruire del meccanismo della totalizzazione previsto dalle convenzioni di sicurezza sociale che consente di maturare un diritto a prestazione italiana anche se i contributi versati in Italia non raggiungono  l’anzianità contributiva minima prevista. Abbiamo ricevuto segnalazioni di lavoratori i quali hanno versato nei regimi pubblici in Italia numerosi anni di contribuzione che non sono tuttavia sufficienti a far maturare un diritto pensionistico autonomo in Italia e allo stesso tempo non sono utili per attivare il meccanismo della totalizzazione con i contributi versati nel Paese di emigrazione.

In questi casi ci troviamo di fronte ad un evidente disparità di trattamento con tutti gli altri lavoratori che invece sono tutelati dalle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale e alla quale lo Stato italiano deve assolutamente porre rimedio, nonostante i costi che ciò potrebbe comportare, per eliminare questa intollerabile discriminazione da troppo tempo attuata e ancor più penalizzante oggi in un periodo in cui le mobilità   dei lavoratori da un Paese all’altro e dall’Italia all’estero sono nuovamente intraprese. Come ovviare a questo problema? In questa legislatura noi deputati eletti all’estero abbiamo presentato una importante mozione di cui il primo firmatario è l’On. Maria Luisa Gnecchi dove chiediamo il rinnovo di tutte le convenzioni bilaterali di sicurezza sociale stipulate dall’Italia tanti anni fa e che sono diventate obsolete sia nella forma che nella sostanza, e abbiamo sollecitato il Governo ad introdurre nelle nuove convenzioni la totale copertura – alla stregua di tutti gli altri lavoratori – dei dipendenti pubblici e dei liberi professionisti ingiustamente esclusi. La mozione non è stata finora né discussa né calendarizzata. Anche sul versante dei diritti degli italiani all’estero in materia di sicurezza sociale questo Governo deve dare un segnale positivo per dimostrare la propria sensibilità (se ce l’ha) nei confronti delle nostre collettività. Speriamo di non dover aspettare troppo tempo ancora e che il Governo italiano avvii o riprenda i negoziati per il rinnovo delle convenzioni bilaterali di sicurezza sociale.

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