L’On. Porta (PD) interviene in aula a Montecitorio per ricordare i quaranta anni dal golpe Cileno

Rievocata la caduta di Allende e la triste stagione delle dittature sudamericane; annunciato l’inizio tra un mese a Roma del processo al “Piano Condor”.

L’On. Fabio Porta, parlamentare del Partito Democratico eletto in America Meridionale, è intervenuto oggi nel corso dei lavori della Camera dei Deputati per ricordare i quaranta anni dal golpe cileno; ecco di seguito il testo del suo intervento:

“Quaranta anni fa, l’11 settembre del 1973, i militari del generale Pinochet occupavano il Palazzo della Moneda, in Cile: con la morte ed il sacrificio di Salvador Allende iniziava una delle più cruente dittature che la storia contemporanea abbia mai conosciuto. L’Italia democratica di allora seguì con grande partecipazione quei fatti e l’Ambasciata italiana a Santiago accolse in quei mesi centinaia di rifugiati politici, scrivendo una delle più belle pagine della storia della nostra diplomazia; sono certo che anche l’Italia di oggi ed il suo Parlamento saranno in grado di ricordare quegli accadimenti consapevole che del fatto che la democrazia non è mai un dato acquisito una volta per tutte. La democrazia va consolidata ogni giorno ed è un valore superiore a tante nostre polemiche sterili e a volte inutili; ricordiamocene, anche quando qualcuno parla con troppa leggerezza e superficialità di “golpe” e “colpi di Stato”. Il governo del socialista Allende e della sua coalizione “Unidad Popular” aveva risvegliato per la prima volta le speranze spesso frustrate di un intero continente: la speranza che un governo libero e indipendente, eletto democraticamente dal popolo, potesse finalmente ridistribuire le grandi ricchezza di quei territori con equità e giustizia sociale. Il golpe dell’11 settembre pose fine a quel sogno; negli anni che ne seguirono il cosiddetto “Piano Condor” diede vita in Argentina, Brasile, Uruguay, Bolivia, Perù, Paraguay a regimi di carattere autoritario e dittatoriale. Tante furono le vittime e tra loro, tanti italiani. Tra un mese esatto inizierà a Roma il primo processo internazionale su quei fatti, a dimostrazione che l’Italia non ha dimenticato e che non esiste una scadenza per la verità e la giustizia. Il sacrificio di Allende, quindi, non è stato vano. Il suo sogno si è poi realizzato. Lo dimostrano le democrazie di quei Paesi, oggi vive e forti e tutte orientate a quegli ideali di giustizia e libertà. Al Cile e all’America Latina, nonché alle grandi collettività italiane che vivono in quei Paesi vanno oggi il nostro saluto e il nostro abbraccio. La solidarietà tra i nostri popoli non verrà mai meno. Democrazia, sempre ! Dittatura, “nunca màs” !”

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