L’On. Porta (PD) interviene in aula a sostegno del recupero di 6 milioni di euro per l’assistenza agli italiani all’estero

L’emendamento del PD respinto per soli venticinque voti dopo un acceso dibattito in aula; il deputato si appella a tutti i colleghi ricordando le situazioni di indigenza degli italiani in America Latina.

euronota

Roma, 12 dicembre 2009

Dopo un lungo e serrato dibattito avvenuto nel corso dell´approvazione del bilancio di previsione 2010 la Camera ha respinto l´emendamento presentato dall´On. Fedi e da altri deputati del Partito Democratico che mirava a recuperare 6 milioni di euro per l´assistenza agli italiani all´estero.

Nel corso della discussione è intervenuto il Vice Presidente del Comitato Permanente della Camera dei Deputati, Fabio Porta, unico parlamentare eletto in America Meridionale presente in aula.

Il deputato ha voluto ricordare ai colleghi come “la maggioranza degli italiani che vive in condizioni di indigenza si incontri nei Paesi dell´America latina, soprattutto in Argentina” e che “gli italiani all´estero non hanno nessuna forma di assistenza anche quando hanno piena cittadinanza, a differenza di chi è residente in Italia”. Appellandosi a tutti i deputati presenti l´On. Porta ha concluso chiedendo al Parlamento “di fare arrivare, in maniera unitaria e democraticamente, ma anche con l´orgoglio e la dignità che noi abbiamo, a tutti gli italiani all´estero un messaggio di unità rispetto a persone, cittadini e lavoratori che portano alti ogni giorno la bandiera, i colori e la dignità dell´essere italiani nel mondo” (dal resoconto stenografico della “Camera dei Deputati”).

La prossima settimana è prevista la votazione finale della Finanziaria: “Insisteremo ancora con i nostri emendamenti per recuperare le somme necessarie a garantire un´assistenza minima dignitosa ai nostri connazionali all´estero – ha dichiarato il Vice Presidente del Comitato per gli italiani all´estero – chiedendo ancora una volta a tutti i deputati, e in primo luogo a quelli della maggioranza che sostiene il governo, di votare secondo coscienza e coerentemente con i loro principi e non secondo la disciplina di partito”.

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