“Una decisione ispirata al buon senso. Un primo risultato di una lotta che a vari livelli, anche in Parlamento, ha contribuito a porre il problema all’attenzione delle nostre istituzioni”
“Con una decisione importante, il Consolato Generale di San Paolo a partire dal 15 dicembre ha messo in atto ‘una iniziativa volta ad abolire la fila di tutti coloro che chiedono la documentazione di documenti utili ad ottenere il riconoscimento della cittadinanza italiana in Italia’ – come scrive in una lettera inviata dal Console Generale Mauro Marsili al sottoscritto, alla Presidente del Comites e ai Consiglieri del Cgie di San Paolo in questi giorni”.
“Si tratta di una decisione importante e coraggiosa, ispirata al buon senso ed ad una visione oggettiva e lungimirante di una questione che da alcuni anni è al centro delle preoccupazioni e di tante lamentele da parte della più grande comunità di italo-discendenti al mondo: quella italo-brasiliana, che a sua volta si concentra in maniera significativa nello Stato di San Paolo”.
“Tale decisione non risolve di per sé il problema delle lunghe file per il riconoscimento delle cittadinanze italiane in Brasile, limitandosi infatti ad intervenire su chi richiede la legalizzazione di documenti anagrafici per richiedere poi in Italia il riconoscimento della cittadinanza italiana”.
“La eliminazione di questa ‘seconda fila’ però (arrivata ad attese di circa 10 anni) ha un valore non trascurabile perché, anche se in un primo tempo rallenterebbe l’iter delle migliaia di processi di cittadinanza ancora giacenti, in un secondo momento potrebbe liberare risorse umane destinate giustamente a tale compito”.
“In ogni caso, per una soluzione seria e definitiva del problema, non è sufficiente la buona volontà di un Console Generale sensibile e lungimirante; sono necessarie ed urgenti misure straordinarie e mirate, in grado di potenziare in tutti i sei i consolati del Brasile la cosiddetta ‘task force’ della cittadinanza, istituita nel 2007 grazie alle pressioni della nostra collettività e di tutto il suo sistema di rappresentanza: Comites, Cgie e Parlamento”.
“Quest’ultima istanza democratica, allora con il Senatore Pollastri e oggi con un intervento costante e sistematico del sottoscritto, che si è tradotto in una dura interpellanza parlamentare firmata da trenta deputati di tutti i partiti che per la prima volta ha portato nell’aula del Parlamento il governo a dibattere sull’argomento, si è rivelata determinante per porre le condizioni minime per un inizio di soluzione del problema”.
“Solo così il Ministero degli Esteri potrà risultare serio e credibile agli occhi dei nostri concittadini all’estero e degli stessi Paesi stranieri, Brasile ‘in primis’. In caso contrario, come avevo denunciato in Parlamento, il ricorso al TAR ed alla giustizia ordinaria rischierebbe di essere l’unica via d’uscita per coloro che legittimamente si sentono defraudati dall’esercizio di un diritto ingiustamente legato ad un’attesa decennale”