
“Più in generale – ha aggiunto in una nota l’esponente Dem -, l’atteggiamento del governo e le restrizioni imposte dai “decreti Salvini” avevano contribuito al moltiplicarsi di episodi di ostruzionismo e ostilità rivolti agli italo-discendenti che si recavano in Italia per la presentazione della loro domanda di cittadinanza, possibilità prevista da una apposita circolare del Ministero dell’Interno”.
Con il “superamento dei “decreti sicurezza”” delle scorse settimane fortemente voluto dal Partito Democratico, dunque, “è iniziata una graduale azione di modifica di quelle distorsioni: il limite massimo per la definizione delle pratiche di cittadinanza per residenza e matrimonio è sceso da quattro a tre anni (e speriamo possa tornare ai due anni), mentre è stata introdotta la possibilità di lavorare in Italia anche per i cittadini con “permesso di soggiorno per cittadinanza””.
“Si tratta – ha evidenziato ancora Porta – di due passi significativi, soprattutto perché indicano una inversione di rotta rispetto al precedente atteggiamento di chiusura determinato dai “decreti Salvini”, determinando un cambiamento di atteggiamento da parte delle autorità italiane rispetto alla necessaria apertura e lungimiranza delle politiche migratorie”.
Proprio su questi argomenti, Porta ha anche incontrato per un nuovo colloquio il Vice Ministro dell’Interno, Matteo Mauri, al quale ha esposto e aggiornato i dati e le preoccupazioni attinenti alle domande di cittadinanza presentate dai cittadini italiani, provenienti in gran parte dal Sudamerica.