Porta – capolista PD nella ripartizione Sudamerica a Caracas va ripristinato il dirigente scolastico

Il parlamentare PD si impegna a riproporre il caso dopo la risposta del Ministero degli Esteri ad una sua interrogazione

La risposta che il Sottosegretario Staffan De Mistura ha dato a una mia interrogazione sull’abolizione del posto di dirigente scolastico presso il Consolato di Caracas, pur essendo corretta nella forma e nei riferimenti, è significativa della logica puramente burocratica che orienta gli atti del Ministero degli esteri in materia di promozione della lingua e della cultura italiana all’estero.

La formula magica che giustifica ogni buco che si crea è, com’è noto, quella della “spending review”. Come in una specie di gioco di prestigio: “ora c’è la spending review, e il posto non c’è più”. Eppure la “spending review” è stata proposta e adottata dal Parlamento come un sistema di intelligente rivisitazione della spesa, allo scopo di tagliare quelle non indispensabili o addirittura superflue per salvaguardare e magari rafforzare quelle necessarie..

Ebbene, qual è la situazione dell’insegnamento della lingua e cultura italiana in Venezuela e, in particolare, a Caracas? Appena a giugno dello scorso anno il Parlamento italiano ha ratificato l’accordo con il Venezuela sul reciproco riconoscimento dei titoli di studio, un accordo che apre le porte delle università ai giovani in possesso di licenza superiore o di baccellierato. Tutto lascia credere che per compiere le verifiche dei titoli aumenteranno in modo esponenziale le attività amministrative e quelle di controllo. Il Venezuela, inoltre, è uno dei Paesi in cui si evidenzia un interesse ancora vivo da parte da parte delle nuove generazioni per la nostra lingua e cultura.

Di fronte a questa situazione, che fa il Ministero degli esteri? Include il posto di dirigente scolastico del Consolato di Caracas tra quelli da sopprimere. Poi, pudicamente, aggiunge che quelle funzioni, saranno ricoperte da oggi “per estensione” dal dirigente scolastico di Montevideo!

Non so se ai funzionari che prendono queste decisioni sia chiara la cartina del Sud America. Ma anche a prescindere dalla geografia, come può la presenza sporadica di un funzionario distante migliaia di chilometri far fronte seriamente ad una situazione che presenta un aumento del servizio e tende a diventare più complessa, anche per gli accordi stipulati dallo Stato italiano?

“Spending review” o non “spending review”, una cosa mi sembra chiara, che la situazione di Caracas dal punto di vista della promozione della lingua e cultura italiana va tenuta sotto osservazione e va urgentemente riproposta al governo che nascerà dalle prossime elezioni. Per quanto mi riguarda, è quello che mi propongo di fare se gli elettori del Sud America mi confermeranno nel mandato parlamentare.

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