Porta: il caso del Consolato di Montevideo merita un supplemento di riflessione

Il Presidente del Comitato per gli italiani nel mondo della Camera commenta l’audizione del Vice Ministro Dassù davanti alle commissioni Esteri sul piano di razionalizzazione della rete consolare.

“Con l’audizione del Vice Ministro Marta Dassù davanti alle commissioni Esteri di Camera e Senato si è concluso l’ulteriore confronto sul piano di razionalizzazione della rete consolare che la Farnesina sta realizzando a tappe successive. Anche dagli interventi di oggi si è confermato un quadro in chiaroscuro nel quale, a fronte di soluzioni francamente penalizzanti, si sono evidenziate valutazioni più consapevoli e ragionate, come quelle che hanno consentito la sopravvivenza di alcune strutture negli Stati Uniti, in Australia e in America Meridionale.

Resta l’esigenza di fondo di un’interpretazione della spending review che porti a recuperare risorse da destinare al giusto riorientamento della rete diplomatico-consolare tagliando gli sprechi e facendo scelte realmente collocate in un’ottica di “diplomazia della crescita”, piuttosto che con tagli lineari, come di fatto troppe volte avviene.

Per quanto riguarda l’America Latina, in particolare, ribadisco la mia soddisfazione per il fatto che dopo un lungo confronto si sia preso atto delle esigenze di un’area in grande evoluzione a livello globale, dove risiedono, per altro, comunità italiane consistenti, dotate di notevoli potenzialità e segnate allo stesso tempo da acute problematicità.

Il punto, invece, che meriterebbe un’ulteriore riflessione è quello della trasformazione del Consolato di Montevideo in agenzia consolare allocata presso l’Ambasciata. Anche se in linea di principio la priorità va data sempre ai servizi resi ai cittadini e non alle strutture in quanto tali, nel caso di Montevideo ci si trova al cospetto di una delle più consistenti e popolose circoscrizioni consolari del mondo, rispetto alla quale è lecito dubitare che un’agenzia possa corrispondere pienamente ai giusti diritti dei cittadini là residenti.

I responsabili della Farnesina su queste questioni hanno saputo dare prova di determinazione ma anche di prudenza e di capacità di riflessione. Mi auguro che nel caso di Montevideo queste ultime doti prevalgano sul decisionismo, che non sempre consente di cogliere e rispettare esigenze obiettive”.

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