Porta (PD) chiede al Ministero del Lavoro di aumentare l’esiguo importo delle pensioni in convenzione

Il parlamentare eletto all’estero ritiene indegno il minimale di 12,50 euro introdotto nel 1995 e che sia giunto il momento di raddoppiarlo

inps

L’importo minimale delle pensioni in regime internazionale è attualmente pari a circa 12 euro al mese per ogni anno di contribuzione accreditato in Italia, così come stabilito dalla legge n. 335 del 1995. Si tratta di un importo irrisorio che va aumentato. E’ quanto ho chiesto ai Ministeri competenti in una mia interrogazione presentata nei giorni scorsi (ricordo di aver già presentato anche una proposta di legge su questa materia). Nell’interrogazione (sottoscritta dai mei colleghi La Marca, Farina, Fedi e Garavini)  ricordo che sono quasi 500.000 le pensioni in convenzione pagate all’estero dall’Inps: di norma si tratta di pensioni calcolate nei sistemi retributivo e misto in virtù di contributi versati prima degli anni di forte emigrazione e cioè tra gli anni ’50 e gli anni ’70. Gli importi di una gran parte di tali pensioni sono solitamente molto bassi, se non irrisori, a causa della remota collocazione nel tempo dei contributi versati in Italia, della esigua anzianità contributiva e dell’inadeguatezza del sistema di rivalutazione di tali contributi. Proprio con l’intento di contrastare il diffuso fenomeno degli importi irrisori delle pensioni in convenzione, con effetto dal 1° settembre 1995 con la legge n. 335 fu istituito per tali prestazioni previdenziali un importo minimale di pagamento pari ad un quarantesimo del Trattamento Minimo per ciascun anno di contribuzione (da lavoro, figurativa o volontaria) fatto valere in Italia. In sostanza i nostri connazionali futuri pensionati o già titolari di pensione in convenzione bilaterale o in regime comunitario hanno diritto, in virtù della normativa vigente, per ogni anno di contribuzione accreditato in Italia a un importo minimale equivalente a 12,50 euro (cioè un quarantesimo di 501 euro che è l’importo del Trattamento minimo per il 2014). Ciò significa che , per esempio, chi ha versato cinque anni di contribuzione in Italia e acquisito il diritto a un pro-rata in convenzione ha maturato (o maturerà) un importo minimale mensile di appena 62,50 euro. E’ ovvio che si tratta di importi obiettivamente irrisori e insufficienti a garantire un tasso di adeguata remunerazione dei contributi versati nei casi in cui la pensione a calcolo – cioè quella basata sui contributi effettivamente versati e non maggiorata dall’integrazione al Trattamento Minimo (prestazione oramai praticamente inesportabile all’estero) – è inferiore al minimale garantito dalla legge n. 335. Nella mia interrogazione chiedo quindi ai Ministeri del Lavoro e degli Affari Esteri se, a quasi venti anni dall’introduzione con la legge n.335 del 1995 dell’importo mensile minimo sulle pensioni in regime internazionale, pari attualmente al risibile importo di 12,50 euro per ogni anno di contribuzione accreditato in Italia, non ritengano giusto, opportuno e indilazionabile una sua elevazione (di importo e conseguentemente anche di dignità) che corrisponda più equamente allo spirito della legge che voleva introdurre una garanzia minima di salvaguardia economica per i pensionati in convenzione le cui pensioni erano solitamente di importo irrisorio anche a fronte di numerosi anni di contribuzione accreditati in Italia. Chiedo inoltre se non si ritenga più equo prevedere perlomeno il suo raddoppio  in modo tale che esso corrisponda pertanto a un ventesimo del Trattamento Minimo italiano e cioè a circa 25 euro mensili per ogni anno di contribuzione accreditato in Italia.

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