In una lettera indirizzata ai Ministeri delle Finanze e degli Esteri e alle ambasciate brasiliana in Italia e italiana in Brasile, il presidente del Comitato Italiani nel mondo della Camera chiede la giusta tutela di migliaia di pensionati italiani in Brasile
Il ritardo da parte delle autorità brasiliane e italiane nella composizione dell’annoso problema relativo alla doppia tassazione delle pensioni italiane pagate in Brasile, ha indotto l’On. Fabio Porta a scrivere una lettera di sensibilizzazione e di sollecitazione al Ministro dell’Economia e delle Finanze italiano Pier Carlo Padoan (lettera inviata anche al Ministero degli Esteri italiano e alle ambasciate brasiliana in Italia e italiana in Brasile) nella quale si illustrano i motivi del contenzioso, si suggeriscono le soluzioni e si chiede un rapido intervento. Nella lettera l’On. Porta stigmatizza la deplorevole situazione che da anni penalizza migliaia di pensionati italiani residenti in Brasile e che, sebbene teoricamente, di agevole soluzione, non riesce a trovare uno sbocco positivo e definitivo. Il problema – spiega il parlamentare del PD eletto nella Circoscrizione Estero – deriva da una interpretazione contrastante da parte delle autorità competenti (in particolare dei due Ministeri delle Finanze italiano e brasiliano) della convenzione contro le doppie imposizioni fiscali tra Italia e Brasile. Tale convenzione, ratificata nel 1980, pur prevedendo come normativa di base la tassazione delle pensioni private (quelle dell’Inps) nel solo Paese di residenza, contempla eccezioni, in merito ai limiti di imponibile e alla natura (previdenziale o assistenziale) della pensione, che consentono paradossalmente la tassazione concorrente o doppia tassazione, contravvenendo così – enfatizza l’On. Porta – al valore fondativo delle convenzioni contro le doppie imposizioni fiscali. Nella lettera il parlamentare spiega che la convenzione stabilisce all’articolo 18, comma 1, che l’ammontare delle pensioni che eccede nell’anno solare una somma pari a 5.000 dollari statunitensi è imponibile in entrambi gli Stati contraenti; migliaia di pensionati italiani residenti in Brasile subiscono quindi su una parte delle loro pensioni un doppio prelievo fiscale che in teoria dovrebbe essere evitato con il metodo indicato dall’articolo 23 della convenzione che sancisce che, se un residente del Brasile ricava redditi imponibili in Italia in base alla convenzione, il Brasile dovrebbe accordare sui redditi degli interessati una deduzione (o credito di imposta) pari all’ammontare dell’imposta pagata in Italia. In realtà – chiarisce il parlamentare – il doppio prelievo fiscale non è evitato perché il Brasile si rifiuta di concedere tale deduzione invocando l’articolo 19, comma 4, della convenzione che indica – in palese contrasto con l’articolo 18 succitato (e che il Brasile non riconosce) – che le pensioni pagate nel quadro del sistema di sicurezza sociale italiano ad un pensionato residente in Brasile sono imponibili soltanto in Brasile e non anche in Italia. Le diverse e contrastanti interpretazioni dell’accordo hanno innescato un contenzioso tra i due Stati che dura sin dall’anno 2000 e che ha penalizzato migliaia di nostri pensionati residenti in Brasile i quali vengono tassati due volte senza vedersi riconosciuto dal Brasile il diritto alla deduzione fiscale previsto dall’articolo 23 dell’accordo. Quindi – sintetizza l’On. Porta – il contenzioso in questione vede da una parte lo Stato brasiliano sostenere che in virtù dell’articolo 19, comma 4, della convenzione, la potestà fiscale sulle pensioni italiane pagate in Brasile è esclusivo appannaggio del Brasile, come d’altronde si era in effetti verificato fino al 2000 (quando improvvisamente il Fisco italiano ha iniziato ad assoggettare a tassazione alla fonte tali pensioni per la parte eccedente i 5.000 dollari statunitensi); dall’altra parte vede lo Stato italiano sostenere la prevalenza del principio fiscale contenuto nell’articolo 18, comma 1, che dispone appunto la doppia tassazione superata la soglia pensionistica di 5.000 dollari statunitensi. L’On. Porta denuncia nella lettera che i tentativi di trovare una soluzione al problema da parte dei due Stati contraenti sono finora naufragati in un nulla di fatto anche se le autorità competenti sono consapevoli di essere responsabili di un trattamento iniquo e normativamente incongruo ai danni dei nostri connazionali pensionati residenti in Brasile. Il parlamentare segnala al Ministro Padoan che in risposta ad una sua interrogazione parlamentare del 19 luglio 2013 nella quale sollecitava una intesa tra i due Stati, l’attuale sottosegretario agli Esteri Mario Giro evidenziò che da parte italiana è stato ripetutamente prospettato alla controparte brasiliana il carattere prioritario delle problematiche relative alla doppia imposizione subita dai pensionati italiani residenti in Brasile che ricevono pensioni di fonte italiana, nonché la necessità di trovare urgentemente una soluzione alla questione.
Tali elementi hanno portato il Ministero dell’Economia e delle Finanze a considerare che l’unica soluzione possibile risieda in una modifica normativa relativa agli articoli 18 e 19 della convenzione vigente. In tal senso alla fine del 2012 una bozza di disposizioni che potrebbero essere inserite in un Protocollo modificativo della vigente convenzione è stata presentata ufficialmente attraverso la Farnesina alle competenti autorità brasiliane. Le proposte italiane riguardano sia il trattamento delle pensioni (articoli 18 e 19), sia lo scambio di informazioni di natura fiscale (articolo 26). Con particolare riguardo al trattamento delle pensioni, e al fine di assicurare una chiara soluzione giuridica sia ai casi concreti finora verificatisi sia con riguardo alla disciplina da adottare in materia per il futuro, da parte italiana si propone – nell’ottica di un compromesso – che per il passato trovi applicazione il principio della tassazione concorrente (per i pensionati italiani residenti in Brasile che hanno finora ricevuto pensioni di fonte italiana la doppia imposizione potrebbe essere eliminata attraverso il riconoscimento di un credito d’imposta da parte del Brasile per le imposte versate in Italia) mentre per il futuro si introdurrebbe il principio della tassazione esclusiva nello Stato di residenza applicando, pertanto, la sola imposizione brasiliana. Ora – rivela l’On. Porta – il Governo italiano sostiene che da parte brasiliana, nonostante diversi solleciti, non è stato ad oggi fornito alcun riscontro ufficiale alle proposte italiane. In realtà neanche in occasione del V Consiglio di Cooperazione tra l’Italia ed il Brasile, che si è tenuto il 25 ottobre 2013 a Roma – dove le parti si sono congratulate a vicenda sugli “eccellenti” risultati raggiunti in tutti i campi delle relazioni bilaterali – si è discusso in maniera compiuta e disponibile del problema in questione né si è prospettata concretamente una soluzione, lasciando migliaia di pensionati italiani residenti in Brasile senza una risposta alle loro giuste rivendicazioni e alla loro convinzione che in tutti questi anni non si è riusciti a dirimere la controversia interpretativa solo per l’inadempienza o l’indolenza delle autorità competenti.
L’on. Porta quindi così conclude la sua lettera al Ministro: “Alla luce di quanto sopra descritto e a nome delle migliaia di pensionati italiani residenti in Brasile che rappresento nel Parlamento italiano, Le chiedo un Suo personale interessamento e che questo Governo si faccia carico della questione e si impegni a sollecitare il Brasile per una riapertura dei negoziati al fine di chiudere questo assurdo e penalizzante contenzioso che non giova a nessuno e danneggia gli interessi concreti dei nostri connazionali pensionati residenti in Brasile.
Mi auguro che nonostante gli intensi impegni e le grandi problematiche che deve affrontare in questa difficile congiuntura, Ella trovi il tempo e la sensibilità di cercare una soluzione a questo problema che a molti può sembrare marginale ma che riveste enorme importanza per la nostra collettività in Brasile”.