”Predicare bene e razzolare male”: Il ministro degli esteri descrive un impegno su lingua e cultura italiana nel mondo del quale all’estero nessum si è accorto

Sintesi dell’intervento dell’On. Porta nel corso della seduta di apertura dell’indagine conoscitiva delle Commissioni Esteri e Cultura della Camera dei Deputati

“Ascoltando la bella relazione del Ministro Frattini alle Commissioni Esteri e Cultura, in occasione dell’indagine conoscitiva sulla lingua e cultura italiana nel mondo, per un momento ho avuto l’impressione di ascoltare il rappresentante di un altro governo. Certamente non di quello italiano, che negli ultimi due anni ha fatto esattamente il contrario di quanto affermato dal Ministro: Istituti di Cultura vessati dalle ripetute decurtazioni e costretti ad operare in maniera ridotta; Dirigenti scolastici eliminati da importanti sedi consolari; stampa italiana all’estero mortificata da tagli che ne compromettono seriamente la sussistenza; sedi RAI che chiudono, come quella di Montevideo, buttando all’aria anni di lavoro e rinunciando ad investire nel continente dove vive la maggiore comunità di origine italiana al mondo…” “ Per non parlare poi delle celebrazioni per i 150 anni dell’unità d’Italia, che non hanno previsto nessuna iniziativa adeguata e qualificante sul ruolo centrale della lingua italiana nel processo di unificazione del Paese e degli italiani, in Italia e nel mondo.” “Belle parole, quelle del Ministro, lontanissime dalla realtà e dalle scelte attuate da questo governo: il caso del continente sudamericano è eloquente. Un continente forse non sufficientemente ‘emergente’ (nonostante una media di crescita del Pil superiore al 5 per cento annuo) per meritare le attenzioni dei nostri governanti, visto che subisce gli stessi tagli e le stesse riduzioni (compresi la chiusura di sedi IIC e ICE) di altre aree considerate non più strategiche per l’internazionalizzazione del Paese. Dimenticandoci che proprio in Sudamerica vive una popolazione di almeno 60 milioni di italo-discendenti, caso unico e opportunità straordinaria che continuiamo a non vedere e quindi a non valorizzare”.

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