By GAZZETTINO ITALIANO PATAGÓNICO
Negli ultimi giorni il senatore Fabio Porta ha denunciato che l’USEI starebbe preparandosi a realizzare nuovi brogli nelle prossime elezioni, previste in Italia per il 25 settembre, e all’est
ero alcuni giorni prima. Porta ha scritto che sta circolando una mail/WhatsApp con la quale un’esponente dell’USEI e sostenitrice di Eugenio Sangregorio, fondatore di questo partito, chiede agli elettori di consegnare le buste prima che siano votate alla loro organizzazione che si incaricherà poi di votare a posto loro: “Contattatemi e vi aiuteremo a preparare il voto, lo porteremo alle poste per voi!” sembra siano le testuali parole. Porta ha denunciato che l’USEI ha il progetto di realizzare un nuovo imbroglio e lo rende sfrontatamente e provocatoriamente palese, una provocazione grave e sfacciata se si tiene conto che il senatore Cario, dichiarato decaduto dal suo incarico dalla Giunta del Senato lo scorso dicembre, era stato eletto proprio nella lista dell’USEI grazie a dei brogli. Se la Giunta del Senato lo ha deposto non è certo per una voce ma per un dato di fatto. Alla denuncia di Porta ha risposto velocemente lo stesso Sangregorio, con un articolo dal tono denigratorio Il Canto del Cigno, in cui diffama Porta. Nessuno mette in discussione che Sangregorio sia libero di agire come meglio creda o gli suggeriscano i suoi consulenti, però il caso Cario è lampante e che di conseguenza sarebbe meglio che il leader dell’USEI non replicasse. D’altro canto è difficile mantenere l’altezza di Porta, laureato in Sociologia a La Sapienza, si esprime perfettamente in italiano, ha un passato nella militanza cattolica e in quella politica, una condotta ineccepibile, sposato e con due figlie non ha mai fatto parlare di sé, uomo di cultura è autore di vari progetti di legge e articoli molto apprezzati. Con un po’ di modestia sarebbe meglio che Sangregorio riconoscesse che sarà pure un imprenditore di successo però che non ha la statura politica dell’avversario e capire che in certe situazioni forse è meglio tacere.