A pochi giorni dalla sentenza finale del processo in corso a Roma, rischia di fuggire dall´Italia e dalla giustizia il “procuratore militare” del Cile di Pinochet.
Roma, 14 marzo 2011
La scarcerazione di Alfonso Podlech, il procuratore militare cileno detenuto a Rebibbia e da due anni al centro del processo per la morte del “desaparecido” italiano Omar Venturelli (all´epoca sacerdote cattolico impegnato nell´opposizione politica al governo di Pinochet) ci indigna profondamente e apre inquietanti interrogativi.
Indignazione e stupore perché siamo a pochi giorni dalla requisitoria finale del Procuratore Giancarlo Capaldo e a poche settimane dalla conclusione del processo, prevista per il mese di aprile.
Interrogativi inquietanti, perché tale inspiegabile atto – disposto dal Tribunale del riesame che esclude il “pericolo di fuga” dell´imputato – avviene a pochi giorni dalla visita in Italia del nuovo Presidente del Cile Pinera.
Come cittadino della Repubblica, come parlamentare eletto nella ripartizione America Meridionale della Circoscrizione Estero e come membro del “Comitato per il processo Podlech” voglio esprimere la profonda preoccupazione per il fortissimo rischio di fuga di Podlech alla vigilia della conclusione del processo, esprimendo a Maria Paz Venturelli (figlia di Omar Venturelli) la solidarietà umana e politica per un atto che riapre la grande ferita di questa e di tutte le vittime della brutalità del regime dittatoriale di Pinochet.
Per quanto mi compete mi adopererò affinché la giustizia possa compiere il suo corso, a partire dalla presenza in aula di Podlech fino alla conclusione del processo; invito chiunque sia sensibile a questo tema a fare sentire la propria voce presso le istituzioni italiane e cilene a favore del pieno rispetto della memoria e della giustizia per una delle pagine più buie del nostro dopoguerra.